sabato 25 luglio 2015

Predestination


Ovvero, il gioiellino (australiano), che non ti aspetti.

Che dall'Australia non venissero solo canguri e boomerang l'avevamo capito già dai tempi di Mad Max (intendo la saga originale, quella con un Mel Gibson ancora quasi imberbe, per capirci, non certo la pallida imitazione che è stata prodotta ultimamente).
Così, vai al cinema per vedere un film di fantascienza, per passare un paio d'ore di completo intrattenimento e ti ritrovi davanti a qualcosa di completamente diverso.
Probabilmente, se avessi conosciuto in anticipo la trama nei particolari,  non sarei neanche andato a vederlo e avrei fatto male.
La sceneggiatura proviene direttamente da un racconto breve di un certo R.A. Heinlein (Il terrore dalla sesta luna, I figli di Matusalemme, tanto per capirci) e, mia personalissima opinione, poggiare i piedi su un buon libro non può che fare bene ad un'opera cinematografica.
L'ambientazione è cupa e claustrofobica (le riprese sono quasi tutte in interni o di notte) e tutta la storia è permeata da un filo di sottile fatalismo.
Quella che dovrebbe essere la protagonista del film (di fantascienza), ovvero la macchina del tempo, è relegata a mero strumento (pure abbastanza brutto) per scavare a fondo ed impietosamente nell'animo dell'uomo e osservare, come sotto la lente di un microscopio, la mitica lotta fra bene e male che scuote ogni coscienza umana.
Solo accettando l'esistenza di questa dicotomia del suo animo, l'uomo può sperare di sconfiggere la parte più bestiale e istintiva di sé stesso. Ma, alla fine, l'uomo è libero di scegliere o anche questa è solo una crudele illusione che prelude alla rinascita dell'io-negativo? Perché l'io negativo è figlio dell'io-positivo (e viceversa). Ed entrambi risiedono nello stesso animo e sta solo all'uomo scegliere quale dei due "nutrire" e far sopravvivere. Ma scegliere il "bene" presuppone un passo quasi innaturale e sicuramente meno agevole di quello che ci porta verso il "male".
Intendiamoci, non sto gridando al capolavoro, ma erano anni che non mi capitava una pellicola che si lasciasse "digerire" ore dopo la visione (l'ultima volta mi era capitato con "Memento").
Ovviamente, è necessario sorvolare sulle numerose licenze scientifiche e sui paradossi temporali allegramente ignorati. Ma stiamo parlando di fantascienza; se volevate un serio trattato di fisica quantistica, potevate leggervi un libro di Stephen Hawking o guardarvi il Discovery Channel.


sabato 6 giugno 2015

Lupi o Criceti?


Anni fa, una canzone di Battiato diceva: "Perché c'è gente che lavora... per avere un mese all'anno di ferie". Ricordo che quelle parole mi suscitavano un senso di disagio e di malinconia. Pensavo "Io no, non finirò mai così". Non ricordo cosa pensassi del mio futuro, di cosa credessi che avrei fatto nella vita, ma quel senso di ciclicità e ripetitività mi disturbava quasi fino alla nausea.
Poi, come succede nella storia di quasi tutti, un corto circuito sociale, mentale e personale fa sì che tutto si appiattisca nella routine giornaliera e ci si ritrova, a quarant'anni passati, intrappolati in ciò che, da ragazzi, ci provocava sensazioni di disgusto.
Ad un certo punto del percorso di crescita, si capovolgono le nostre priorità. Ricordo che, da bambino, la "vita vera" era quella fuori dalla scuola, i momenti in cui si poteva fare ciò che ci piaceva fare. Da "grandi", per la maggior parte di noi, la "vita vera" è solo una pausa nella routine del lavoro, spesso impiegata a stare imbambolati davanti alla televisione, al computer o allo smartphone. Ma è davvero questo che ci piace fare? È per questo che il Dio/Processo Evolutivo in cui crediamo ci ha fornito di un cervello irrazionale e creativo, unico su tutto il pianeta Terra? È a questo che siamo chiamati dal nostro destino? Al lavoro, la nostra creatività e la nostra inventiva sono piegate e schiacciate sotto regole e compromessi. E fuori dal lavoro, dove i soldi guadagnati dovrebbero permetterci di vivere la nostra vera vita? A volte, mi sento come un criceto, che mangia e corre su una piccola ruota, convinto che sia la migliore vita del mondo. Ma quando ci siamo convinti di questo? Quando abbiamo sopito quella parte irrazionale di noi che ci distingue da ogni altra forma di vita su questo pianeta? Giorni fa, a una mia collega di lavoro, ho detto: "Diciamo sempre le stesse cose, facciamo sempre le stesse cose. Alla fine, ci accorgeremo di aver vissuto un solo giorno, ripetuto all'infinito"... Non so se riuscirò a cambiare questo stato di cose. So solo che non mi piace e non mi piace pensare che la vita sia solo questo.


A Public service announcement followed me home the other day
I paid it nevermind. Go away.
Shits so thick you could stir it with a stick- free Teflon whitewashed presidency
We're sick of being jerked around
Wear that on your sleeve

Broadcast me a joyful noise unto the times, lord,
Count your blessings.
We're sick of being jerked around
We all fall down.

Have you ever seen the televised St. vitus subcommittee prize
Investigation dance? Those-ants-in- pants glances.
Well, look behind the eyes
It's a hallowed, hollow anesthesized
"save my own ass, screw these guys"
smoke and mirror lock down

Broadcast me a joyful noise unto the times, lord,
Count your blessings.
the papers wouldn't lie!
I sigh. Not one more

Its been a bad day.
Please dont take a picture
Its been a bad day.
Please

We're dug in the deep the price is steep.
The auctioneer is such a creep.
The lights went out, the oil ran dry
We blamed it on the other guy
Sure, all men are created equal.
Heres the church, heres the steeple
Please stay tuned--we cut to sequel
ashes, ashes, we all fall down.

Broadcast me a joyful noise unto the times, lord, Count your blessings.
Ebrace the lowest fear/Ignore the lower fears
Ugh, this means war.

Its been a bad day.
Br.

Broadcast me a joyful noise unto the times, lord,
Count your blessings.
We're sick of being jerked around
We all fall down.

Its been a bad day...
Pleaase...
[R.E.M. - Bad Day]

lunedì 1 giugno 2015

Tomorrowland - Il mondo di domani


Sconfortato dalla desolazione delle proposte cinematografiche, mercoledì 27 maggio sono andato a vedere il nuovo lavoro della Disney, Tomorrowland, appunto.
Per la trama, che, in realtà, lancia molti punti di riflessione, seppur edulcorati ed adattati ad un pubblico "familiare", rimando ai vari siti internet, non ultimo Wikipedia (che però, a mio avviso, non riporta fedelmente ciò che ho visto io).
Per quanto riguarda le mie impressioni personali, dico subito che il film mi è piaciuto, lo consiglio e probabilmente sarà anche nella mia videoteca personale.
L'ora e mezza di proiezione scorre fluida e senza troppi intoppi narrativi, nonostante alcuni punti oscuri e i diversi interrogativi che lascia irrisolti. Ad esempio, è appena accennata l'evoluzione della "coscienza" dei robot (ma, in fondo, non stiamo parlando di Blade Runner), superato velocemente il problema di una scienza disumanizzata e che influenza, o meglio, controlla il comportamento degli esseri umani (ma il film, in fondo, non voleva essere 2001: Odissea nello Spazio). Completamente assente una spiegazione dell'organizzazione socio/politica del mondo parallelo creato dalle "menti brillanti" dell'umanita (sarebbe bastato solo un accenno...). A questo proposito, troviamo solo una Tomorrowland ormai in rovina, apparentemente retta da un "governatore" despota al comando di truppe armate (bè, non proprio un futuro auspicabile in un mondo perfetto).
Altro spunto che avrebbe meritato uno sviluppo più approfondito è la corrispondenza tra la rovina del mondo "normale" e la Tomorrowland (in fondo, abitate entrambe dagli stessi esseri umani, con le stesse debolezze e gli stessi egoismi).
Alla fine, il tutto si risolve nel conflitto generazionale fra gli adulti disillusi e rassegnati ad un mondo prossimo al collasso (l'ex bambino prodigio Frank Walker/George Clooney e il governatore David Nix/Hugh Laurie) e le due ragazzine animate da entusiasmo e voglia di futuro (la bambina robot Athena/Raffey Cassidy e la ragazza prodigio Casey Newton/Britt Robertson).
Veniamo ai personaggi.
Frank Walker (George Clooney) è un deluso cinquantenne (forse qualcuno in più), che si è barricato in una casa ipertecnologica ed attende con rassegnazione il disastro che lui stesso ha contribuito a progettare. C'è da dire che la macchina all'origine di tutto il male presente nel film viene costruita da un Frank non più bambino (ma questo ci viene solo accennato) ed allora, forse, dobbiamo capire che gli esseri umani, da bambini, cercano di persguire i propri sogni e poi, crescendo, cominciano a pensare ed ideare cose più dannose che utili? Forse sì, ma il tutto è lasciato all'immaginazione dello spettatore...
David Nix (Hugh Laurie). Governatore despota ma gentile di Tomorrowland. Fa di tutto per salvare il suo mondo e non esita ad abbandonare il resto dell'umanità al proprio destino. Ed allora, forse, dobbiamo capire che gli adulti siano incapaci di vedere che il futuro dell'umanità dipende dalla salvezza di ogni essere umano e che, in fondo, la rovina di una parte di mondo è la rovina del futuro di tutti? Forse sì ma, come prima, il tutto è lasciato all'immaginazione dello spettatore...
Casey Newton (Britt Robertson) è la classica ragazza geniale ed ipertecnologica che, con ostinazione, si oppone alla rassegnazione degli adulti (compreso il padre ingegnere della NASA). In lei spicca non tanto il desiderio di salvare il mondo, ma la voglia spasmodica e irrefrenabile di conoscere il mondo del futuro. Alla fine, sarà il suo entusiasmo a coinvolgere Frank e ad incrinare le previsioni della "macchina", ma in modo quasi inconsapevole.
Athena (Raffey Cassidy) è la bambina robot che era stata inviata come reclutatrice (cioè mandata a cercare persone brillanti nel nostro mondo per portarle su Tomorrowland). Alla fine, secondo me, il personaggio più riuscito e complesso. È un robot (anche se la definizione le sta stretta e lei si definisce animatronic) ma in fondo è lei il motore della "missione di salvataggio". Convince Frank e Casey a proseguire anche quando tutto sembra perduto. In un memorabile scambio di battute, invita Frank ad escogitare qualcosa visto che, secondo lui, i robot non possono avere idee. Ma poi, è sua l'idea di sacrificare la propria vita (non mi viene altro termine per un personaggio così, per quanto robot) per distruggere la macchina inventata da Frank. Alla fine, rivela a Frank di aver capito e quasi condiviso l'innamoramento di Frank bambino per lei (ovviamente un amore impossibile).
E questo, lasciatemelo dire, è l'unico punto del film che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Già, perché la morte di un personaggio così complesso, per quanto inevitabile, mi ha preso come un pugno allo stomaco (forse complice l'avanzare dell'età).
In fondo, un buon film da vedere e su cui riflettere. In molti storceranno il naso ma, lasciatemelo dire, fra le pellicole proposte in questo periodo, non vedo né Kubrick né Scott.

mercoledì 9 ottobre 2013

Vajont 9 Ottobre 1963 - 9 Ottobre 2013 ore 22:39


Per tutti quelli che sono rimasti sotto il fango
Per tutti quelli che sono sopravvissuti
Per tutti quelli che non erano ancora nati
Per tutti quelli che quel giorno erano altrove
Per tutti quelli che avevano capito prima
Per tutti quelli che ci avevano creduto
Per tutti quelli che hanno ingannato
Per tutti quelli che sono stati ingannati
Per tutti i responsabili che non sapevano quello che facevano
Per tutti i responsabili che sapevano e hanno taciuto
Per tutti quelli che sapevano e hanno parlato
PER NON DIMENTICARE... MAI







Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

c'è un dollaro d'argento sul fondo del Sand Creek.

I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì

a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek

Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell'altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l'albero della neve
fiorì di stelle rosse

ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek

Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c'erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare

la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent'anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent'anni
figlio d'un temporale

ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek
(Fiume Sand Creek Fabrizio De Andrè)























































































































































lunedì 6 maggio 2013

Ciao Orla'... se vedemo...

Così l'ha salutato, sabato, un vecchio compagno di partito e di vita, dando una manata sul legno scuro della cassa.
Non c'erano tante lacrime, intorno, non potevano esserci per un uomo di ottantasei anni, ma un gran senso di vuoto sì; a quello non ci preparano l'età avanzata, la malattia, il decreto senza appello dei medici.
E così ci lascia da soli a combattere contro la vita, lui che la vita l'aveva vissuta appieno, fra famiglia, lavoro, politica ed impegno sociale.
Negli anni della mia adolescenza, una presenza costante, in casa mia, con i racconti della sua giovinezza, la vera Storia d'Italia, quella che non si trova sui libri e che è fatta di gente semplice, sudore, sofferenza, lotte e conquiste; con le discussioni politiche, spesso anche aspre, lui che aveva un carattere non facile ed io che non ero da meno. Da lui ho preso la passione per la politica, anche se ho avuto sempre, a suo dire, troppo disincanto e troppa diffidenza per buttarmici dentro completamente. Da lui ho imparato anche un po' di rispetto per gli altri, perché, ai suoi tempi, gli altri erano avversari da battere e non nemici da annientare e infangare.
Ed infatti, sabato c'erano tante persone, compagni di partito e avversari, a salutarlo nel suo ultimo viaggio.
Vorrei dire tante cose, che mi si affollano nella mente, ma va bene così: io, con le parole, non sono bravo come lui.
Un solo saluto, con il cuore: ciao zio Orla'... se vedemo.


If blood will flow when flesh and steel are one
Drying in the colour of the evening sun
Tomorrow's rain will wash the stains away
But something in our minds will always stay
Perhaps this final act was meant
To clinch a lifetime's argument
That nothing comes from violence and nothing ever could
For all those born beneath an angry star
Lest we forget how fragile we are
On and on the rain will fall
Like tears from a star
Like tears from a star
On and on the rain will say
How fragile we are
How fragile we are
On and on the rain will fall
Like tears from a star
Like tears from a star
On and on the rain will say
How fragile we are
How fragile we are
How fragile we are
How fragile we are
[Sting Fragile]

giovedì 17 gennaio 2013

Eppur si muove...


Un aggiornamento sul problema amianto.
Buone notizie? Forse...
Diciamo che oggi il nostro Comune ha preso in carico il problema della presenza dell'amianto abbandonato circa un mese e mezzo fa nel bel mezzo di una strada della periferia.
Infatti, tornando a casa, ho trovato il cumulo di rifiuti tossici delimitato da quattro picchetti e da un nastro giallo/nero, con su scritto “ATTENZIONE PERICOLO AMIANTO” (veramente molto coreografico).
A chi sarà rivolto l'avviso? Agli abitanti della strada, che da circa un mese protestano per far rimuovere la bomba ecologica? O a qualche viandante sperduto, a cui il navigatore satellitare ha giocato un brutto scherzo, visto che si tratta di una strada senza uscita?
A noi non è dato saperlo. Sappiamo solo che, con questo gesto, il Comune ha preso atto ufficialmente dell problema e, se a questo non seguirà, A BREVE, una completa rimozione in sicurezza di tutto l'eternit, questa sarà solo l'ennesimo rimedio all'italiana.
Io continuo a confidare nelle istituzioni, nonostante tutto. Bisognerà solo vedere se le istituzioni sapranno meritare questa fiducia.
A presto, su questi schermi, con la terza e, si spera, ultima puntata.





domenica 30 dicembre 2012

Una giornata normale

Non mi succedeva da tempo. Una passeggiata per le vie di Roma con un amico. Piazza di Spagna, Via del Corso, ancora addobbate per la  festa, l'aria gelida e la ressa di persone di tutte le nazionalità. Parlare di politica, dell'Italia, di noi stessi. così, senza condizionamenti, con la libertà di mandarsi a quel paese senza conseguenze. L'occasione di essere se stessi e di non pensare a niente.
Forse, se avessimo più di questi momenti, lo stress sarebbe solo una parola nel dizionario.
L'unica nota negativa? Bé, diciamo solo che le mie gambe non sono più abituate a camminare così tanto.


Nightswimming deserves a quiet night.
The photograph on the dashboard, taken years ago,
Turned around backwards so the windshield shows.
Every streetlight reveals the picture in reverse.
Still, it's so much clearer.
I forgot my shirt at the water's edge.
The moon is low tonight.

Nightswimming deserves a quiet night.
I'm not sure all these people understand.
It's not like years ago,
The fear of getting caught,
Of recklessness and water.
They cannot see me naked.
These things, they go away,
Replaced by everyday.

Nightswimming, remembering that night.
September's coming soon.
I'm pining for the moon.
And what if there were two
Side by side in orbit
Around the fairest sun?
That bright, tight forever drum
Could not describe nightswimming.

You, I thought I knew you.
You I cannot judge.
You, I thought you knew me,
This one laughing quietly underneath my breath.
Nightswimming.

The photograph reflects,
Every streetlight a reminder.
Nightswimming deserves a quiet night, deserves a quiet night.
(R.E.M.  Nightswimming)